giovedì 6 gennaio 2011

Movimento femminista.




1 - Gli inizi
Le origini del movimento femminista in Svizzera risalgono alla prima metà del XIX sec. Dagli anni 1830-40, contestualmente al dibattito sul Pauperismo, soprattutto nei principali com. dell'Altopiano rif. nacquero delle ass. femmili locali; fondate e dirette da pastori e politici socialisti, si occupavano di Assistenza pubblica e di Educazione femminile. A queste Associazioni aderirono donne dell'élite economica, politica e culturale. La formazione specifica doveva preparare le ragazze al ruolo di madre e casalinga (Ruoli sessuali), soprattutto attraverso l'integrazione del Lavoro manuale nelle lezioni. Le prime org. femminili indipendenti, prive di carattere ufficiale, nacquero fra il 1846 e il 1870 sul piano cant. Attraverso i loro interventi in occasione di revisioni costituzionali o del diritto privato tentarono, spesso invano, di migliorare la posizione giur. della donna e ampliare il suo margine di azione.
2 - Nascita delle associazioni
Il trasferimento di numerose competenze giur. dai cant. alla Conf. seguito alla revisione totale della Costituzione fed. del 1874 favorì la creazione di varie ass. attive su scala nazionale tra gli ultimi decenni del XIX sec. e la prima guerra mondiale. In precedenza, l'Ass. intern. delle donne, fondata a Ginevra nel 1868, aveva rivendicato senza successo la Parità tra uomo e donna sul piano del diritto civile e del diritto del lavoro. L'ass. ebbe vita breve, come l'org. che ne prese il posto. Maggiore efficacia ebbe per contro il Comitato intercant. delle donne, creato nell'ambito della Federazione abolizionista intern. (Abolizionismo), che coordinava l'attività dei comitati locali. Da questa org. nacque nel 1877 l'Unione delle donne sviz. per la promozione della moralità, inizialmente costituita unicamente da donne dell'élite rif., che coniugava le rivendicazioni di riforma morale con gli interessi femminili. Nel 1901 ebbe luogo una divisione all'interno delle ass. femminili svizzeroted. per la promozione della moralità, che combattevano la prostituzione in collaborazione con la polizia e attraverso interventi legislativi (Movimento per la moralità).
Nel 1885 venne costituita la prima Unione delle donne sviz., dalle ampie finalità; da questa ass. si separò nel 1888 la Soc. femminile sviz. di utilità pubblica (SFSUP), creata per iniziativa di un gruppo di donne affiliate alla Società svizzera di utilità pubblica, che considerava la formazione nell'ambito dell'economia domestica un mezzo per combattere la povertà e l'alcolismo (Temperanza). La SFSUP si batté inoltre per la professionalizzazione dei cosiddetti mestieri femminili e creò la scuola sviz. per infermiere a Zurigo e la scuola femminile di giardinaggio a Lenzburg (Formazione professionale). Alla SFSUP aderirono ass. locali di nuovo e vecchio corso, i cui membri appartenevano ai ceti medi benestanti delle campagne. Il movimento femminista ispirato all'utilità pubblica e alla riforma morale ebbe successo non da ultimo perché rimase legato alla visione tradizionale dei ruoli sessuali e alla strategia di partecipazione attraverso la collaborazione con le autorità e le influenti ass. maschili. Oltre alle già cit. ass. femminili aconfessionali, su iniziativa dell'Unione popolare cattolica svizzera fu fondata nel 1912 la Lega svizzera delle donne cattoliche (LSDC), impegnata in rivendicazioni per la riforma della morale e l'utilità pubblica. Le unioni delle operaie cristiano-sociali, fondate già nel 1899, si proponevano quale alternativa catt. alla Federazione svizzera delle lavoratrici (FSL), nata nel 1890, che riuniva le donne impiegate in professioni non rappresentate dai sindacati. Nel 1911 l'FSL festeggiò per la prima volta la giornata intern. socialista della donna (poi sostituita dall'8 marzo), quale giorno di lotta per il Suffragio femminile. La Federazione, che aderì dapprima all'Unione sindacale sviz. (USS) e, dopo la sua riorganizzazione nel 1912, al partito socialista, si batteva principalmente per il miglioramento delle condizioni di lavoro (Lavoro femminile salariato), la protezione delle puerpere (Maternità) e l'ammissione delle donne nelle Casse malati. L'FSL fu sciolta nel 1917. Anche altre ass. si ponevano come obiettivo la sicurezza delle loro esponenti nell'attività professionale, ad esempio l'Ass. delle insegnanti sviz. (1893), il suo corrispettivo catt. e le ass. svizzeroted. e svizzerofranc. delle levatrici. Le ass. femminili sorte nelle grandi città dal 1890, come l'Unione delle donne di Ginevra, il Comitato femminile di Berna e l'Unione per le rivendicazioni femminili di Zurigo, si impegnarono per il rinnovamento della formazione femminile, per una migliore posizione della donna sul piano del diritto civile e del lavoro e per il suffragio femminile. In occasione dell'Esposizione nazionale di Ginevra del 1896, queste ass. cercarono di coordinare le richieste estremamente eterogenee del movimento femminista: organizzarono il primo Congresso sviz. per la difesa degli interessi femminili, durante il quale vennero trattate problematiche che andavano dall'utilità pubblica alla partecipazione politica. L'idea di una commissione comune permanente fallì, così come il progetto di una federazione sviz. di tutte le soc. che avrebbe potuto influire sull'elaborazione dei Codici civile e penale e della legge sull'assicurazione contro gli infortuni e le malattie. All'Alleanza delle società femminili svizzere (ASF), fondata nel 1900, non aderirono, se si eccettuano alcune sezioni locali, né l'FSL, né la SFSUP, né la Federazione delle ass. delle donne svizzeroted. per la promozione della moralità, né le ass. catt., che con la LSDC istituirono una propria federazione. Nel 1909 venne finalmente creata un'org. con finalità ben definite (ma con un numero ridotto di iscritti): l'Ass. sviz. per il suffragio femminile, in cui erano attivi diversi uomini. Alla vigilia della prima guerra mondiale, nonostante l'eterogeneità organizzativa e di contenuti, le ass. avevano collaborazioni puntuali, rese possibili da doppie affiliazioni, da rapporti interpersonali e da obiettivi comuni.
3 - Gli sviluppi dal 1914 al 1945
Dopo lo scoppio del conflitto, le pacifiste si organizzarono sul piano intern. nell'Unione mondiale della donna per la concordia intern. (Pacifismo), mentre nel 1915 alcune femministe istituirono all'Aia il Comitato femminile per la pace permanente, rinominato nel 1919 Lega intern. delle donne per la pace e la libertà. Entrambe le org. avevano sezioni anche in Svizzera. Nel 1915 si riunì a Berna l'Internazionale socialista delle donne. In risposta alla crescente miseria sociale causata dalla guerra, l'Internazionale promosse azioni contro la fame e il rincaro, che furono poi realizzate in numerose città sviz. dalle locali ass. operaie femminili. Le sezioni delle grandi ass. femminili si concentrarono invece sui compiti di carattere sociale, organizzandosi sul piano locale e cant. in centrali femminili. Nel 1925 quella zurighese creò un segretariato adibito a ufficio informazioni per tutte le centrali. Il passaggio da un principio organizzativo puramente ideologico a una struttura organizzativa geografica consentì al movimento femminista di aumentare la propria presenza pubblica nel periodo interbellico.
Sul piano fed. il punto di riferimento era l'Alleanza delle soc. femminili sviz., alla quale aderirono anche le centrali femminili. Nel 1921 l'Alleanza organizzò il secondo Congresso sviz. per la difesa degli interessi femminili, durante il quale venne decisa la creazione di una centrale sviz. delle professioni femminili. L'importanza attribuita alla formazione e alla professione trovò riscontro nella creazione di ass. professionali femminili e di fiere industriali. Nel 1928 si svolse a Berna l'Esposizione nazionale sviz. del lavoro femminile (SAFFA). In quell'occasione si crearono i presupposti per la fondazione, nel 1932, di un'Unione donne contadine svizzere, cui affidare la formazione delle contadine nell'ambito della Lega sviz. dei contadini, e, l'anno successivo, dell'Unione sviz. delle ass. di casalinghe, che promosse una professionalizzazione del mestiere attraverso l'introduzione di misure di razionalizzazione (Istituto svizzero di economia domestica). La SAFFA fece anche da preludio alla petizione dell'Ass. per il suffragio femminile del 1929, che facendo capo alle strutture del partito socialista e dei sindacati raccolse in breve tempo oltre 250'000 firme. Fu l'inizio di una stretta collaborazione del movimento femminista con le donne socialiste, proseguita con la comunità di lavoro Donna e democrazia, ampia alleanza femminile nata in risposta all'avvento al potere del nazionalsocialismo in Germania. Gli effetti della crisi, la difesa spirituale e l'economia di guerra posero in secondo piano le rivendicazioni del movimento femminista, adombrate dai doveri che la fam. e la nazione erano chiamate ad affrontare. Fra i servizi di soccorso autonomi organizzati dalle donne, il Servizio militare femminile venne integrato nell'esercito. Il sovraccarico di lavoro delle grandi ass. femminili derivato dall'esecuzione delle misure decretate dall'ufficio fed. dell'alimentazione in tempo di guerra spinse l'Alleanza delle soc. femminili sviz. ad aprire nel 1944 il Segretariato femminile sviz., cui aderirono anche le ass. professionali, la SFSUP, le centrali femminili e i gruppi femminili socialisti. Diviso in tre sezioni, il Segretariato si occupava delle professioni femminili, di economia e società e di politica e diritto. Questa riorganizzazione permise alle ass. di avere un influsso sempre maggiore sulla legislazione nell'ambito dei processi consultivi e dei lavori preparatori delle commissioni.
4 - La politica del dopoguerra
L'avvicinamento avvenuto durante il periodo bellico trovò conferma nel terzo Congresso sviz. per la difesa degli interessi femminili, tenutosi nel 1946, che per la prima volta fu sostenuto da tutte le componenti del movimento femminista, anche se non si tradusse nella creazione di strutture unitarie. La SFSUP, l'LSDC e le ass. rif. per la promozione della moralità, che nel 1947 diedero vita alla Federazione svizzera delle donne protestanti, corrispettivo rif. della LSDC, vollero mantenere la loro autonomia. Le modifiche apportate agli statuti nel 1949 consentirono all'ASF di accogliere la soc. per il suffragio femminile e i gruppi femminili socialisti, mentre il Segretariato femminile divenne il centro organizzativo dell'ASF. Negli anni successivi i processi consultivi furono sempre accompagnati da episodi di ostruzionismo nei confronti dell'ASF, colpevole agli occhi dei suoi detrattori di presentarsi alle autorità quale rappresentante degli interessi femminili generali. Solo l'impegno comune per il suffragio femminile compattò nuovamente le forze e portò alla nascita di un Comitato d'azione per il suffragio femminile al di sopra delle parti, cui nel 1957 succedette la Comunità di lavoro delle ass. femminili sviz. a difesa dei diritti politici della donna. Tema centrale del movimento femminista del ventennio 1950-70 rimase il modello dualistico, che attribuiva alla donna un importante ruolo di equilibrio all'interno della fam., non da ultimo anche a seguito delle innovazioni tecnologiche negli anni di alta congiuntura. Nonostante l'ampio spazio dedicato ai successi ottenuti dalle donne in diverse professioni, anche la SAFFA del 1958, organizzata sotto la supervisione dell'ASF, non mise in discussione il primato del ruolo della donna quale casalinga e madre.
5 - Tra nuovo indirizzo e femminismo
Con il 1968 anche il movimento femminista mutò. Il Movimento di liberazione della donna (MLD), nato sotto l'influsso delle rivolte giovanili e studentesche, attraverso interventi mediatici molto efficaci rivendicava cambiamenti sociali che interessavano sia l'organizzazione gerarchico-sessuale del lavoro nella fam. sia la morale sessuale repressiva. Nonostante qualche titubanza iniziale, una parte del "vecchio" movimento femminista fece propri questi temi. Al quarto Congresso sviz. per la difesa degli interessi femminili, tenutosi nel 1975 all'insegna del motto "rapporto di coppia", la maggioranza delle presenti votò a favore della soluzione dei termini (Aborto), malgrado l'opposizione delle donne catt. Il lancio dell'iniziativa "per l'eguaglianza dei diritti tra uomo e donna" portò nel 1981 all'introduzione del principio di parità nella Costituzione fed. La commissione fed. per i problemi della donna, chiesta dal Congresso, era già stata istituita dal Consiglio fed. nel 1976. Nel 1988 la segr. responsabile della commissione divenne direttrice del neoistituito ufficio fed. per l'uguaglianza tra uomo e donna, che servì da modello per la costituzione di uffici analoghi a livello cant. e com. Sul lungo termine questi uffici costituirono una piattaforma per una collaborazione più stretta tra il "vecchio" movimento femminista e quello "nuovo", che si considerava parte integrante del Femminismo intern.; l'azione comune verteva su temi quali la soluzione dei termini, l'iscrizione dell'uguaglianza tra uomo e donna a livello costituzionale e la regolamentazione a livello di legge della protezione della maternità. L'influsso del nuovo movimento femminista si espresse sia in termini organizzativi sia contenutistici. Sorsero nuovi gruppi femminili locali, mentre alcuni di quelli già esistenti (nei partiti e nei sindacati) e il movimento femminile per la pace trovarono nuovi stimoli; vennero inoltre istituiti e sostenuti consultori, uffici di contatto per le politiche migratorie, ist. per la cura dei bambini (Doposcuola) e progetti abitativi. Nel 1991, in occasione del decimo anniversario dell'introduzione dell'articolo sulla parità nella Costituzione fed., si tenne lo sciopero delle donne, lanciato in origine da un gruppo femminile sindacale. Allo sciopero parteciparono oltre mezzo milione di donne che protestarono contro l'insufficiente applicazione del principio di parità. La collaborazione sempre più stretta fra le diverse org. si concretizzò nell'ampio sostegno al quinto Congresso sviz. per la difesa degli interessi femminili nel 1996, caratterizzato da numerose istanze di ispirazione femminista. Le differenze di contenuto, determinate da ragioni anagrafiche e da diverse convinzioni politiche, si manifestarono nuovamente in occasione delle votazioni sulla legge fed. sull'assicurazione per la maternità (1999) e della votazione sull'iniziativa popolare per un'equa rappresentanza delle donne nelle autorità fed. (2000). Per contro nel 2004 è stato accettato il progetto di legge che prevede l'estensione del campo di applicazione della legge sulle indennità di perdita di guadagno alle madri che esercitano un'attività lucrativa.

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