giovedì 6 gennaio 2011

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO

La trama

Il racconto si sviluppa intorno alle vicende della famiglia Bennet, composta
dai genitori e dalle loro cinque figlie: Jane, Elizabeth (per gli amici Lizzy),
Mary, Catherine (detta anche Kitty) e Lydia. Quando Charles Bingley,
uno scapolo molto ricco, va ad abitare vicino a Longbourn, dove risiede
la famiglia, Mrs. Bennet vede nell’uomo un possibile marito per una delle
sue ragazze; lo stesso Bingley mostra subito interesse per la bella Jane, ma
sia gli atteggiamenti sgradevoli di Mrs. Bennet, sia le pressioni della sua
famiglia, così come l’influenza dell’amico Darcy che, per orgoglio di classe,
poco apprezza le cinque sorelle, inducono Bingley ad andarsene. Quando le
situazioni sembrano volte al peggio, ecco delle evoluzioni inaspettate: Darcy
ha modo di ricredersi e si innamora di Elizabeth, la più intelligente e acuta
delle sorelle, la quale però lo respinge. Dopo alterne vicende Darcy riuscirà
a conquistare la ragazza e con un intervento risolutore renderà possibile
anche il fidanzamento di Bingley e Jane.

JANE AUSTEN

BIOGRAPHY

Jane Austen (1775-1817), English author wrote numerous influential works contributing to the Western literary canon including Pride and Prejudice (1813) which starts; Austen had rejected suitor Harris Bigg Wither at the last minute and never ended up marrying, but still she expresses a keen grasp of the traditional female role and the ensuing hopes and heartbreaks with her memorable protagonists including Emma Woodhouse, Fanny Price, Catherine Morland, Anne Elliot, and Elizabeth Bennett of Pride and Prejudice. Writing in the romantic vein, Austen was also a realist and has been lauded for her form and structure of plot and intensely detailed characters who struggle with the issues of class-consciousness versus individualism: self-respecting men were supposed to become lawyers or join the church or military, and respectable women married to improve their station in life.
Jane had started writing at an early age and her family were highly supportive, though as was done at the time her works were published anonymously. Her combination of irony, humour, and sophisticated observations of the societal and cultural machinations between the classes epitomise the often absurd problems of inheritance, courtship, morals, and marriage in Regency England. Modestly successful during her life, her works have gone on to inspire adaptations to the stage and film and have endured the test of time even into the 21st century.
Born on 16 December, 1775 Jane Austen was the daughter of Cassandra (née Leigh) (1739–1827) and the reverend George Austen (1731–1805). The Austens were a very close-knit family; Jane had six brothers and one sister, Cassandra, who would later draw a famous portrait of Jane. They lived in the village of Steventon in Hampshire county, England, where George was rector. Young Jane was tutored at hJane was inseparable from her older sister Cassandra. They sang and danced and attended balls together. When George retired around 1801, he moved his family to Bath where he died in 1805. Adjusting to the ensuing financial difficulties, Jane, Cassandra and their mother then moved to Southampton for a time before settling in a cottage on the estate of Edward Austen in the village of Chawton, Hampshire in 1809, which is now a museum. Austen had missed Steventon life and now returning to the Hampshire countryside she wrote in earnest, revising and writing new works including Sense and Sensibility (1811), Pride and Prejudice (1813), Mansfield Park (1814), and Emma (1815).
Possibly suffering from Addington’s disease, Jane Austen died on 18 July, 1817. She lies buried in the north aisle of the nave in Winchester Cathedral in Winchester, England

Suffragismo.

NATIONAL WOMAN SUFFRAGE ASSOCIATION
(Nwsa, Associazione nazionale femminile per il suffragio). Organizzazione politica femminile statunitense. Fu fondata nel 1869 da Elizabeth Cady Stanton e Susan B. Anthony. Nel 1916 il riconoscimento del diritto di voto ai neri ma non alle donne provocò una divisione interna al movimento suffragista che si era battuto per la causa dell'abolizionismo. Da essa nacquero due organizzazioni: la più conservatrice American Woman Suffrage Association, guidata da Lucy Stone e Julia Howe, che decise di appoggiare l'emendamento, e la più radicale che mantenne il nome di Nwsa e ruppe i legami con gli abolizionisti, dai quali si sentiva tradita. Quest'ultima ammise soltanto donne e fece del suffragio femminile l'obiettivo di un più vasto programma per la parità di diritti in ogni campo. Le due organizzazioni si unirono nella National American Woman Suffrage Association (Nawsa) nel 1980.

Elizabeth Cady Stanton e Susan B. Anthony

Elizabeth Cady Stanton (14 novembre 1815 – 26 ottobre 1902) è stata una attivista statunitense, impegnata come abolizionista e figura guida dei primi movimenti femministi per l'emancipazione della donna e per l'affermazione dei suoi diritti.
La sua Dichiarazione dei sentimenti (o dei diritti e dei sentimenti), ispirata per solennità di forma alla Dichiarazione di indipendenza americana, fu presentata alla Convenzione di Seneca Falls del 1848, la prima degli Stati Uniti, tenutasi nell'omonimo villaggio nei pressi di New York. Quel documento è spesso ritenuto come l'atto fondativo del primo movimento suffragista e di emancipazione femminile degli Stati Uniti.

I DIRITTI DELLE DONNE.

Al fine di conquistare alla donna il diritto di disporre liberamente del proprio corpo:
1. l'informazione sui mezzi anticoncezionali anche nelle scuole e la distribuzione gratuita a tutti senza discriminazione alcuna dei contraccettivi;
[…]
B - Al fine di combattere condizionamenti psicologici e modelli di comportamento:
3. un' azione nella scuola di ogni ordine e grado tesa ad eliminare i programmi differenziati tra i sessi e qualsiasi programmazione culturale[…] che si fondi sulla divisione delle funzioni tra i sessi;
4. la contestazione di miti istituzionali che presentano un'immagine deumanizzata o "specializzata" della donna ( mamma, moglie, amante, angelo del focolare").
C - Al fine di eliminare lo sfruttamento economico sulla donna e perché essa possa raggiungere attraverso il lavoro non domestico la propria autonomia economica e psicologica:
5. la socializzazione di quei servizi che oggi gravano prevalentemente sulla donna sotto forma del cosiddetto "lavoro domestico";
6. la creazione di asili-nido pubblicamente finanziati, socialmente gestiti e culturalmente improntati ad una visione antiautoritaria.
Adattamento da I movimenti femministi in Italia, a cura di R. Spagnoletti, Savelli, Roma 1976, p. 80
Documento del Movimento di liberazione della donna

LA CONDIZIONE DELLA DONNA

Nel 1966 venne pubblicato in Gran Bretagna il testo "La condizione della donna" di Julet Mitchell; questo libro, tradotto poi in italiano e  pubblicato da  Einaudi nel 1972 ebbe grande influenza sui movimenti femministi italiani.
 " [...] In tutte le società dove sono sorti movimenti di liberazione femminile si riscontrano analoghe condizioni per le donne e analoghe discriminazioni contro di loro. La somiglianza fra le varie posizioni femminili è importante per lo sviluppo del movimento in questi paesi e spesso anzi ne costituisce il presupposto. Si tratta sempre infatti di paesi industriali giacché nelle zone rurali e agricole il Movimento di Liberazione non si è sviluppato: in Italia, per esempio, è presente soprattutto nelle città del Nord. […]
Tutti i paesi in cui operano gruppi del Women’s liberation Movement sono caratterizzati dalle medesime aree di discriminazione che viene esercitata anche pressappoco allo stesso livello. Dappertutto le donne costituiscono poco più di un terzo della forza lavoro (la cifra americana del 42% è la punta più alta). I loro salari (comunque la loro massima percentuale è impiegata in lavori non qualificati) vanno da circa la metà a circa tre quarti di quelli maschili equivalenti. […]
Le ragazze formano da meno di un quarto a più di un terzo del corpo studentesco universitario. […] Anche se hanno quasi sempre la possibilità di finire le scuole altrettanto ben qualificate dei ragazzi, le loro opportunità di istruzione superiore, di tirocinio professionale (apprendistato) e di studio a metà tempo (riduzione dell’orario di lavoro) sono di circa la metà rispetto a quelle maschili. Non dimentichiamo che in quasi tutti questi paesi da circa un secolo a questa parte è conclamata una politica di parità e di facilitazioni educative per tutti.
La discriminazione legale si maschera da legislazione “protettiva”. Tutti i paesi operano qualche proibizione legale sul tipo, l’orario e il luogo di lavoro di donne e minori che in apparenza salvaguarda gli interessi delle donne sposate esigendo che esse siano mantenute durante e dopo il matrimonio. Ma di solito i loro guadagni sono considerati una parte delle entrate del marito al quale, nella sua qualità teorica di capofamiglia, è affidata anche la custodia legale dei figli. Tutte queste leggi sono una conseguenza della presupposta dipendenza della donna dall’uomo e in effetti valgono a crearla e a rafforzarla. […]"
da Juliet Mitchell, La condizione della donna, Einaudi, 1972

Movimento femminista.




1 - Gli inizi
Le origini del movimento femminista in Svizzera risalgono alla prima metà del XIX sec. Dagli anni 1830-40, contestualmente al dibattito sul Pauperismo, soprattutto nei principali com. dell'Altopiano rif. nacquero delle ass. femmili locali; fondate e dirette da pastori e politici socialisti, si occupavano di Assistenza pubblica e di Educazione femminile. A queste Associazioni aderirono donne dell'élite economica, politica e culturale. La formazione specifica doveva preparare le ragazze al ruolo di madre e casalinga (Ruoli sessuali), soprattutto attraverso l'integrazione del Lavoro manuale nelle lezioni. Le prime org. femminili indipendenti, prive di carattere ufficiale, nacquero fra il 1846 e il 1870 sul piano cant. Attraverso i loro interventi in occasione di revisioni costituzionali o del diritto privato tentarono, spesso invano, di migliorare la posizione giur. della donna e ampliare il suo margine di azione.
2 - Nascita delle associazioni
Il trasferimento di numerose competenze giur. dai cant. alla Conf. seguito alla revisione totale della Costituzione fed. del 1874 favorì la creazione di varie ass. attive su scala nazionale tra gli ultimi decenni del XIX sec. e la prima guerra mondiale. In precedenza, l'Ass. intern. delle donne, fondata a Ginevra nel 1868, aveva rivendicato senza successo la Parità tra uomo e donna sul piano del diritto civile e del diritto del lavoro. L'ass. ebbe vita breve, come l'org. che ne prese il posto. Maggiore efficacia ebbe per contro il Comitato intercant. delle donne, creato nell'ambito della Federazione abolizionista intern. (Abolizionismo), che coordinava l'attività dei comitati locali. Da questa org. nacque nel 1877 l'Unione delle donne sviz. per la promozione della moralità, inizialmente costituita unicamente da donne dell'élite rif., che coniugava le rivendicazioni di riforma morale con gli interessi femminili. Nel 1901 ebbe luogo una divisione all'interno delle ass. femminili svizzeroted. per la promozione della moralità, che combattevano la prostituzione in collaborazione con la polizia e attraverso interventi legislativi (Movimento per la moralità).
Nel 1885 venne costituita la prima Unione delle donne sviz., dalle ampie finalità; da questa ass. si separò nel 1888 la Soc. femminile sviz. di utilità pubblica (SFSUP), creata per iniziativa di un gruppo di donne affiliate alla Società svizzera di utilità pubblica, che considerava la formazione nell'ambito dell'economia domestica un mezzo per combattere la povertà e l'alcolismo (Temperanza). La SFSUP si batté inoltre per la professionalizzazione dei cosiddetti mestieri femminili e creò la scuola sviz. per infermiere a Zurigo e la scuola femminile di giardinaggio a Lenzburg (Formazione professionale). Alla SFSUP aderirono ass. locali di nuovo e vecchio corso, i cui membri appartenevano ai ceti medi benestanti delle campagne. Il movimento femminista ispirato all'utilità pubblica e alla riforma morale ebbe successo non da ultimo perché rimase legato alla visione tradizionale dei ruoli sessuali e alla strategia di partecipazione attraverso la collaborazione con le autorità e le influenti ass. maschili. Oltre alle già cit. ass. femminili aconfessionali, su iniziativa dell'Unione popolare cattolica svizzera fu fondata nel 1912 la Lega svizzera delle donne cattoliche (LSDC), impegnata in rivendicazioni per la riforma della morale e l'utilità pubblica. Le unioni delle operaie cristiano-sociali, fondate già nel 1899, si proponevano quale alternativa catt. alla Federazione svizzera delle lavoratrici (FSL), nata nel 1890, che riuniva le donne impiegate in professioni non rappresentate dai sindacati. Nel 1911 l'FSL festeggiò per la prima volta la giornata intern. socialista della donna (poi sostituita dall'8 marzo), quale giorno di lotta per il Suffragio femminile. La Federazione, che aderì dapprima all'Unione sindacale sviz. (USS) e, dopo la sua riorganizzazione nel 1912, al partito socialista, si batteva principalmente per il miglioramento delle condizioni di lavoro (Lavoro femminile salariato), la protezione delle puerpere (Maternità) e l'ammissione delle donne nelle Casse malati. L'FSL fu sciolta nel 1917. Anche altre ass. si ponevano come obiettivo la sicurezza delle loro esponenti nell'attività professionale, ad esempio l'Ass. delle insegnanti sviz. (1893), il suo corrispettivo catt. e le ass. svizzeroted. e svizzerofranc. delle levatrici. Le ass. femminili sorte nelle grandi città dal 1890, come l'Unione delle donne di Ginevra, il Comitato femminile di Berna e l'Unione per le rivendicazioni femminili di Zurigo, si impegnarono per il rinnovamento della formazione femminile, per una migliore posizione della donna sul piano del diritto civile e del lavoro e per il suffragio femminile. In occasione dell'Esposizione nazionale di Ginevra del 1896, queste ass. cercarono di coordinare le richieste estremamente eterogenee del movimento femminista: organizzarono il primo Congresso sviz. per la difesa degli interessi femminili, durante il quale vennero trattate problematiche che andavano dall'utilità pubblica alla partecipazione politica. L'idea di una commissione comune permanente fallì, così come il progetto di una federazione sviz. di tutte le soc. che avrebbe potuto influire sull'elaborazione dei Codici civile e penale e della legge sull'assicurazione contro gli infortuni e le malattie. All'Alleanza delle società femminili svizzere (ASF), fondata nel 1900, non aderirono, se si eccettuano alcune sezioni locali, né l'FSL, né la SFSUP, né la Federazione delle ass. delle donne svizzeroted. per la promozione della moralità, né le ass. catt., che con la LSDC istituirono una propria federazione. Nel 1909 venne finalmente creata un'org. con finalità ben definite (ma con un numero ridotto di iscritti): l'Ass. sviz. per il suffragio femminile, in cui erano attivi diversi uomini. Alla vigilia della prima guerra mondiale, nonostante l'eterogeneità organizzativa e di contenuti, le ass. avevano collaborazioni puntuali, rese possibili da doppie affiliazioni, da rapporti interpersonali e da obiettivi comuni.
3 - Gli sviluppi dal 1914 al 1945
Dopo lo scoppio del conflitto, le pacifiste si organizzarono sul piano intern. nell'Unione mondiale della donna per la concordia intern. (Pacifismo), mentre nel 1915 alcune femministe istituirono all'Aia il Comitato femminile per la pace permanente, rinominato nel 1919 Lega intern. delle donne per la pace e la libertà. Entrambe le org. avevano sezioni anche in Svizzera. Nel 1915 si riunì a Berna l'Internazionale socialista delle donne. In risposta alla crescente miseria sociale causata dalla guerra, l'Internazionale promosse azioni contro la fame e il rincaro, che furono poi realizzate in numerose città sviz. dalle locali ass. operaie femminili. Le sezioni delle grandi ass. femminili si concentrarono invece sui compiti di carattere sociale, organizzandosi sul piano locale e cant. in centrali femminili. Nel 1925 quella zurighese creò un segretariato adibito a ufficio informazioni per tutte le centrali. Il passaggio da un principio organizzativo puramente ideologico a una struttura organizzativa geografica consentì al movimento femminista di aumentare la propria presenza pubblica nel periodo interbellico.
Sul piano fed. il punto di riferimento era l'Alleanza delle soc. femminili sviz., alla quale aderirono anche le centrali femminili. Nel 1921 l'Alleanza organizzò il secondo Congresso sviz. per la difesa degli interessi femminili, durante il quale venne decisa la creazione di una centrale sviz. delle professioni femminili. L'importanza attribuita alla formazione e alla professione trovò riscontro nella creazione di ass. professionali femminili e di fiere industriali. Nel 1928 si svolse a Berna l'Esposizione nazionale sviz. del lavoro femminile (SAFFA). In quell'occasione si crearono i presupposti per la fondazione, nel 1932, di un'Unione donne contadine svizzere, cui affidare la formazione delle contadine nell'ambito della Lega sviz. dei contadini, e, l'anno successivo, dell'Unione sviz. delle ass. di casalinghe, che promosse una professionalizzazione del mestiere attraverso l'introduzione di misure di razionalizzazione (Istituto svizzero di economia domestica). La SAFFA fece anche da preludio alla petizione dell'Ass. per il suffragio femminile del 1929, che facendo capo alle strutture del partito socialista e dei sindacati raccolse in breve tempo oltre 250'000 firme. Fu l'inizio di una stretta collaborazione del movimento femminista con le donne socialiste, proseguita con la comunità di lavoro Donna e democrazia, ampia alleanza femminile nata in risposta all'avvento al potere del nazionalsocialismo in Germania. Gli effetti della crisi, la difesa spirituale e l'economia di guerra posero in secondo piano le rivendicazioni del movimento femminista, adombrate dai doveri che la fam. e la nazione erano chiamate ad affrontare. Fra i servizi di soccorso autonomi organizzati dalle donne, il Servizio militare femminile venne integrato nell'esercito. Il sovraccarico di lavoro delle grandi ass. femminili derivato dall'esecuzione delle misure decretate dall'ufficio fed. dell'alimentazione in tempo di guerra spinse l'Alleanza delle soc. femminili sviz. ad aprire nel 1944 il Segretariato femminile sviz., cui aderirono anche le ass. professionali, la SFSUP, le centrali femminili e i gruppi femminili socialisti. Diviso in tre sezioni, il Segretariato si occupava delle professioni femminili, di economia e società e di politica e diritto. Questa riorganizzazione permise alle ass. di avere un influsso sempre maggiore sulla legislazione nell'ambito dei processi consultivi e dei lavori preparatori delle commissioni.
4 - La politica del dopoguerra
L'avvicinamento avvenuto durante il periodo bellico trovò conferma nel terzo Congresso sviz. per la difesa degli interessi femminili, tenutosi nel 1946, che per la prima volta fu sostenuto da tutte le componenti del movimento femminista, anche se non si tradusse nella creazione di strutture unitarie. La SFSUP, l'LSDC e le ass. rif. per la promozione della moralità, che nel 1947 diedero vita alla Federazione svizzera delle donne protestanti, corrispettivo rif. della LSDC, vollero mantenere la loro autonomia. Le modifiche apportate agli statuti nel 1949 consentirono all'ASF di accogliere la soc. per il suffragio femminile e i gruppi femminili socialisti, mentre il Segretariato femminile divenne il centro organizzativo dell'ASF. Negli anni successivi i processi consultivi furono sempre accompagnati da episodi di ostruzionismo nei confronti dell'ASF, colpevole agli occhi dei suoi detrattori di presentarsi alle autorità quale rappresentante degli interessi femminili generali. Solo l'impegno comune per il suffragio femminile compattò nuovamente le forze e portò alla nascita di un Comitato d'azione per il suffragio femminile al di sopra delle parti, cui nel 1957 succedette la Comunità di lavoro delle ass. femminili sviz. a difesa dei diritti politici della donna. Tema centrale del movimento femminista del ventennio 1950-70 rimase il modello dualistico, che attribuiva alla donna un importante ruolo di equilibrio all'interno della fam., non da ultimo anche a seguito delle innovazioni tecnologiche negli anni di alta congiuntura. Nonostante l'ampio spazio dedicato ai successi ottenuti dalle donne in diverse professioni, anche la SAFFA del 1958, organizzata sotto la supervisione dell'ASF, non mise in discussione il primato del ruolo della donna quale casalinga e madre.
5 - Tra nuovo indirizzo e femminismo
Con il 1968 anche il movimento femminista mutò. Il Movimento di liberazione della donna (MLD), nato sotto l'influsso delle rivolte giovanili e studentesche, attraverso interventi mediatici molto efficaci rivendicava cambiamenti sociali che interessavano sia l'organizzazione gerarchico-sessuale del lavoro nella fam. sia la morale sessuale repressiva. Nonostante qualche titubanza iniziale, una parte del "vecchio" movimento femminista fece propri questi temi. Al quarto Congresso sviz. per la difesa degli interessi femminili, tenutosi nel 1975 all'insegna del motto "rapporto di coppia", la maggioranza delle presenti votò a favore della soluzione dei termini (Aborto), malgrado l'opposizione delle donne catt. Il lancio dell'iniziativa "per l'eguaglianza dei diritti tra uomo e donna" portò nel 1981 all'introduzione del principio di parità nella Costituzione fed. La commissione fed. per i problemi della donna, chiesta dal Congresso, era già stata istituita dal Consiglio fed. nel 1976. Nel 1988 la segr. responsabile della commissione divenne direttrice del neoistituito ufficio fed. per l'uguaglianza tra uomo e donna, che servì da modello per la costituzione di uffici analoghi a livello cant. e com. Sul lungo termine questi uffici costituirono una piattaforma per una collaborazione più stretta tra il "vecchio" movimento femminista e quello "nuovo", che si considerava parte integrante del Femminismo intern.; l'azione comune verteva su temi quali la soluzione dei termini, l'iscrizione dell'uguaglianza tra uomo e donna a livello costituzionale e la regolamentazione a livello di legge della protezione della maternità. L'influsso del nuovo movimento femminista si espresse sia in termini organizzativi sia contenutistici. Sorsero nuovi gruppi femminili locali, mentre alcuni di quelli già esistenti (nei partiti e nei sindacati) e il movimento femminile per la pace trovarono nuovi stimoli; vennero inoltre istituiti e sostenuti consultori, uffici di contatto per le politiche migratorie, ist. per la cura dei bambini (Doposcuola) e progetti abitativi. Nel 1991, in occasione del decimo anniversario dell'introduzione dell'articolo sulla parità nella Costituzione fed., si tenne lo sciopero delle donne, lanciato in origine da un gruppo femminile sindacale. Allo sciopero parteciparono oltre mezzo milione di donne che protestarono contro l'insufficiente applicazione del principio di parità. La collaborazione sempre più stretta fra le diverse org. si concretizzò nell'ampio sostegno al quinto Congresso sviz. per la difesa degli interessi femminili nel 1996, caratterizzato da numerose istanze di ispirazione femminista. Le differenze di contenuto, determinate da ragioni anagrafiche e da diverse convinzioni politiche, si manifestarono nuovamente in occasione delle votazioni sulla legge fed. sull'assicurazione per la maternità (1999) e della votazione sull'iniziativa popolare per un'equa rappresentanza delle donne nelle autorità fed. (2000). Per contro nel 2004 è stato accettato il progetto di legge che prevede l'estensione del campo di applicazione della legge sulle indennità di perdita di guadagno alle madri che esercitano un'attività lucrativa.

Were men and women equal in Victorian Britain?


Look at the opening of the Great Exhibition. Did you notice anything unusual? How many women did you spot in the crowd? There was the Queen of course and the other members of the royal family, the Princesses Victoria, Alice and Helena and their ladies-in-waiting were all there. But are there any other women? There are some women looking down from the back of the balcony. But why were they tucked away like this? It looks as though they were less important than men. So what was women's status in 1851?


In many different ways women were regarded as second class, even though Queen Victoria had been on the throne for fourteen years and few people would have dared to argue with her.


No women could vote, and this would not change until 1918. There were no important female political figures, apart from the Queen herself and almost all the major reforms during the nineteenth century were carried out by men. Queen Victoria was also a determined opponent of 'votes for women', which she described a 'mad, wicked folly'.






At work, women had few opportunities. Work in textile factories was one of the few that women had, the other main one was domestic service, which became even more important in the second half of the nineteenth century.


Women's legal rights were also restricted. In 1851 a woman could not even be the legal guardian of her own children and could not retain her own property after marriage. This led to unscrupulous men trying to run away with rich heiresses and take their fortunes.










Middle class women usually did not work. Their role in the family was to supervise the household and support their husbands. The great majority of women seem to have accepted this role.











But, despite all of these disadvantages, there were signs that women were beginning to demand and achieve some forms of equality. Many of the leading novelists of the first half of the nineteenth century were women. In the field of medicine, Florence Nightingale, Elizabeth Blackwell and Elizabeth Garrett Anderson all made important breakthroughs. In the second half of the century women began to demand the vote and the leaders of the suffrage movements were all female. The first leader was Lydia Becker, but the most famous was Emmeline Pankhurst.